Prodotto per il mercato russo e del Paesi dell'Est, il cortometraggio Friuli, che sostiene l'immagine del vino di quella regione, nell'ampio mercato dell'ex Unione sovietica, è un gioco di rievocazioni di immagini attraverso le quali è possibile percepire, come, in sintesi pastorale, è visto il nostro Paese, da una filmaker tedesca-americana-francese, che racconta una scena bacchica per il consumatore russo. Le sintesi compiute si rifanno da un lato alla pittura rinascimentale e, al tempo stesso, alle immagini delle fotografie di nudo ottocentesche di tema bacchico. Il film ha sollevato le solite, inutili, sterili polemiche da parte di noi italiani, sempre aggressivi e negativi. L'opera ci riguarda, ma ci prescinde, al tempo stesso poichè descrive un luogo immaginario, dominato da creature eteree
↧